deflusso minimo vitale (D.m.v.)

La siccità che ha caratterizzato l’ultimo semestre del 2017 causando gravi danni all’agricoltura e all’ambiente, ha evidenziato tutta una serie di problematiche che non potranno essere ignorate dalla prossima revisione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte.

La crisi idrica ha colpito prevalentemente il settore sud-ovest della Regione ed in particolare i bacini idrografici posti a sud del Po; è stato accertato che il mese di ottobre è stato il secondo più caldo dal 1958 e che i quantitativi fluenti nei principali corsi d’acqua del bacino del Po sono stati i più scarsi dal 1930.

L’anomalia climatica presente in Piemonte per quasi tutto l’anno 2017, caratterizzata dalla forte carenza idrica, ha provocato una siccità “estrema” che, influendo pesantemente sul DMV (Deflusso Minimo Vitale) dei principali corsi d’acqua, ha reso illegittimi numerosi prelievi e derivazioni operati dai Consorzi Irrigui presenti nel Cuneese e nella pianura a sud del Po.

In una serie di riunioni ed incontri promossi dall’associazione che raggruppa i Consorzi d’Irrigazione di Secondo Grado della Provincia di Cuneo, denominata Acque Irrigue Cuneesi, dall’ANBI Piemonte e dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte sono stati affrontati e dibattuti non solo i problemi di rilascio del DMV, ma anche le buone pratiche di gestione dell’acqua in agricoltura e soprattutto la necessità di realizzare idonei invasi d’accumulo per trattenere le acque nei periodi di esubero e rilasciarle successivamente nei periodi caldi, quando le stesse scarseggiano o vengono a mancare.

Difesa dell’economia agricola e dell’ecosistema

Tornando al DMV, Acque Irrigue Cuneesi – a nome dei Consorzi rappresentati – chiede che il concetto di Deflusso Minimo Vitale venga rivisto ed adeguato alla realtà di ogni corso d’acqua, rendendolo più sostenibile per gli utilizzatori delle risorse idriche. Ritiene si debbano meglio equilibrare le esigenze di salvaguardia ambientale con quelle di tutela dell’economia agricola, senza tralasciare la difesa degli ecosistemi rappresentati dai canali d’irrigazione, forse importanti quanto quelli di fiumi e torrenti.

Il pensiero sempre emerso nelle “conclusioni” dei vari incontri è stato quello che l’agricoltura non spreca l’acqua; dopo averne fatto il suo indispensabile uso a fini produttivi, restituisce tutte le eccedenze nei corpi idrici superficiali e sotterranei da cui l’aveva prelevata

E’ auspicabile che questi concetti basilari vengano recepiti dal legislatore e che comunque siano tenuti in debita considerazione nella prossima revisione del Piano di Tutela delle Acque.

Si riportano infine alcuni dati su gestione ed utilizzo dell’acqua nel settore agricolo piemontese, desunti da Regione Piemonte e da ANBI Piemonte.

Consorzi d’Irrigazione di Secondo Grado

  • Il territorio regionale, ai sensi della L.R. n.21/99, è stato suddiviso in 36 comprensori d’irrigazione, ognuno gestito da un Consorzio di Secondo Grado. L’area interessata è di ha 1.626.000.
  • In Piemonte i Consorzi d’Irrigazione forniscono acqua a una superficie di circa ha 370.000. Le principali colture sono mais, riso, prato e frutteti.
  • In altre aree l’irrigazione avviene per autoapprovvigionamento. Le singole aziende agricole si riforniscono d’acqua autonomamente mediante una derivazione da corpo idrico.
  • I prelievi irrigui dotati di regolare concessione, come risulta dalle banche dati della Direzione Regionale Ambiente, sono così suddivisi:
    1. 2.200 prese da corsi d’acqua
    2. 10.100 pozzi
    3. 840 sorgenti
    4. 20 trincee drenanti
    5. 610 fontanili

Metodi d’irrigazione

Nei circa 370.000 ha gestiti dai Consorzi, l’irrigazione avviene tramite i seguenti metodi:

  1. 60% a scorrimento
  2. 32% a sommersione
  3. 8% a pioggia e a goccia