David Baldo è il co-fondatore di Teracoop, una cooperativa che si occupa principalmente di contrastare le malattie della vite, ed è inoltre un collaboratore dell’Università di Bologna, specializzato in microscopia elettronica a scansione e trasmissione. David si dedica alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni innovative per il controllo delle malattie della vite, in particolare la mal dell’esca e la flavescenza dorata.


La vite rappresenta uno dei tesori dell’agricoltura italiana, ma sta diventando sempre più vulnerabile ai patogeni specializzati, come il mal dell’esca e la flavescenza dorata. Quest’ultima malattia è causata dai fitoplasmi, organismi procarioti senza parete cellulare, che vengono trasmessi dalla linfa delle piante attraverso gli insetti vettori. I sintomi della flavescenza dorata includono ingiallimento e arrossamento delle foglie, germogli ridotti e disseccamento precoce dei grappoli, che possono portare alla morte della pianta o a una scarsa resa economica. Al momento, il controllo della malattia si basa principalmente sulla prevenzione, che richiede il controllo dell’insetto vettore e l’eliminazione delle piante infette. Tuttavia, a causa della particolare biologia del patogeno, non è stato ancora possibile sviluppare una soluzione definitiva per combattere direttamente il fitoplasma.

I fitoplasmi sono difficili da coltivare in vitro, il che rende difficile lo sviluppo di metodi diretti per combatterli. Tuttavia, la ricerca si sta concentrando sull’identificazione di approcci diretti per combattere l’azione dei fitoplasmi. Presso l’Università di Bologna, è stata sviluppata una tecnica per testare l’efficacia di diversi prodotti direttamente contro il fitoplasma, e studiarne i meccanismi d’azione. Questo metodo utilizza un approccio morfologico e molecolare per valutare l’efficacia del prodotto, esaminando il titolo molecolare del fitoplasma prima e dopo il trattamento, così come la sua morfologia al microscopio. Questi dati vengono poi analizzati per valutare l’efficacia del prodotto.

Dopo aver testato i prodotti in laboratorio contro i fitoplasmi, è importante passare alla sperimentazione in campo per valutare l’efficacia reale dei prodotti nella lotta contro queste malattie delle piante. In questa fase, vengono utilizzate tecniche classiche come l’atomizzatore, che consente di distribuire i prodotti in modo uniforme sulla superficie delle piante.

Tuttavia, le tecniche moderne e innovative come l’endoterapia stanno guadagnando sempre più attenzione in questo ambito, poiché consentono di inserire i prodotti direttamente a contatto con il fitoplasma all’interno della pianta, aumentando la loro efficacia.

L’endoterapia consiste nell’iniettare i prodotti attraverso piccole aperture praticate nel tronco della vite in modo che il prodotto raggiunga direttamente le parti interessate. Questa tecnica è particolarmente efficace nella lotta contro i fitoplasmi, poiché consente di superare le barriere naturali delle piante e di agire in modo mirato sulle aree colpite.

I risultati della sperimentazione in campo con l’utilizzo dell’endoterapia sono stati molto positivi, dimostrando la capacità di questa tecnica di contrastare efficacemente i fitoplasmi e di ridurre i danni causati alle piante. Inoltre, l’endoterapia offre il vantaggio di una maggiore precisione e di una minore dispersione dei prodotti nell’ambiente, riducendo così l’impatto ambientale delle pratiche agronomiche.

In sintesi, la sperimentazione in campo con l’utilizzo di tecniche innovative come l’endoterapia rappresenta un passo avanti nella lotta contro i fitoplasmi, offrendo soluzioni efficaci ed eco-sostenibili per la salvaguardia delle piante e della filiera agricola.

E’ importante però ricordare che, nonostante i risultati dei test siano incoraggianti, la prevenzione rimane il metodo più efficace per la lotta contro i fitoplasmi. Ciò include il controllo degli insetti vettori, l’eliminazione delle piante infette e l’adozione di pratiche agricole sostenibili che promuovano la salute delle piante.

mal dell’esca

Per quanto riguarda il mal dell’esca, una malattia fungina della vite, l’approccio è simile. Si procede prima con un’analisi dei potenziali prodotti efficaci contro i patogeni in laboratorio, e poi si procede con l’utilizzo dei prodotti in campo. Anche in questo caso, l’approccio endoterapico ha dato risultati promettenti.

In un mondo sempre più impegnativo per il settore agricolo, con una varietà di minacce in costante evoluzione, la ricerca e l’innovazione diventano i pilastri su cui la filiera vitivinicola può contare per garantire la qualità dei propri prodotti. La lotta contro patogeni come i fitoplasmi e il mal dell’esca rappresenta solo uno dei tanti aspetti della sfida, ma dimostra come la scienza possa fare la differenza. Con l’impegno costante nella ricerca di soluzioni sostenibili e innovative, la filiera vitivinicola può continuare a produrre vini di alta qualità, preservando al contempo la salute delle piante e del nostro pianeta.