Oltre 3.200 espositori e 50.000 visitatori all’ultima fiera internazionale del biologico “BIOFACH 2018” di Norimberga (Germania); numeri a testimonianza di un settore che nel 2016 ha totalizzato vendite per quasi 90 miliardi di dollari e continua ad essere in piena espansione in tutto il mondo.
Aumenta ogni anno, infatti, la richiesta e il consumo di prodotti biologici. Un trend destinato a continuare anche in Italia, visto l’aumento di richiesta all’estero di prodotti bio italiani, gli stessi consumi molto positivi in Italia e l’aumento di superfici coltivate secondo i disciplinari dell’agricoltura biologica.

IL BIOLOGICO ITALIANO CHE NON CONOSCE CRISI

Secondo il Rapporto Bio Bank 2017, sono state censite nel 2016 14.419 attività produttive italiane che si differenziano in ben 23 tipologie di attività: aziende agricole (anche con vendita diretta), agriturismi, fattorie didattiche, fattorie sociali, ristoranti, mense scolastiche, aziende di cosmesi e supermercati sono alcuni esempi. Il biologico si sta rivelando un mondo molto vario, aperto all’innovazione e a nuovi prodotti, sempre caratterizzati dalla qualità e dall’attenzione per l’ambiente.
Gli ultimi dati italiani parlano chiaro: a marzo 2017 si è registrato un +20% dei consumi di prodotti bio, in cui la GDO è un canale di vendita sempre più importante. I prodotti bio più consumati (75% del totale) sono pasta, biscotti, latte di soia, legumi e cereali. Inoltre nel 2017 si è registrato un aumento dell’export agroalimentare italiano di cui il 40% era costituito da prodotti biologici. È infatti in costante aumento la richiesta di bio italiano da parte di paesi come la Germania, la Francia e i paesi del Nord Europa. La qualità dei nostri prodotti biologici è risaputa e nettamente preferita ai prodotti provenienti da paesi dell’Est Europa.

BIOFACH 2018: LA FIERA DELLE ECCELLENZE E DELLE NOVITà BIO

BIOFACH è diventata la fiera leader mondiale per gli alimenti biologici a cui quest’anno si è aggiunta VIVANESS, dedicata alla cosmesi naturale a base di prodotti bio. Ogni anno l’industria internazionale si incontra a BIOFACH in cui più di 130 paesi espongono i nuovi prodotti e le eccellenze. Moltissimi stand italiani presenti in fiera: dalla pasta gluten-free Piemontese, ai formaggi e salumi Toscani, all’olio Siciliano, alla mozzarella Campana.
Molti gli stand di imprese estere specializzate in frutta disidratata, succhi, dolcificanti alternativi (come sciroppo d’acero e di agave), barrette a base di frutta secca e snack salutari.  Tutti prodotti che si basano sui principi chiave dell’agricoltura biologica: conservare la naturale biodiversità e mantenere la fertilità fisica, chimica e biologica utilizzando tecniche di coltivazione alternative (minime lavorazioni, sovescio, false semine) solamente con fitofarmaci e concimi di origine naturale.

PRODURRE BIOLOGICO CONVIENE?

A questa tipica domanda che si pongono gli agricoltori, si è provato a dare una risposta a un incontro informativo sul Biologico svoltasi nel Cuneese a fine gennaio. Analizzando costi e ricavi tramite Business Plan, sono stati confrontati gli utili tra la coltivazione convenzionale e quella biologica di alcune colture cerealicole e proteiche. È emerso che il naturale calo di produzione della coltivazione biologica è però ampiamente ripagata dal prezzo di vendita: ad esempio il mais da granella biologico ha avuto un prezzo medio (tra il 2006 e il 2017) di 32€/q, anche se attualmente si attesta a una cifra più alta.
Considerando tutte le operazioni svolte da contoterzisti, i premi PAC, le operazioni in più per il biologico (ad esempio falsa semina, strigliatura) e tutti i costi dei vari input, i ricavi netti delle seguenti colture convenzionali e biologiche sono state i seguenti:

All’incontro è stata sottolineata l’importanza dell’assistenza tecnica e fiscale e della collaborazione con l’industria mediante i contratti di filiera, essenziali per avere la certezza del prezzo di vendita. Aderire alla coltivazione biologica non significa solamente rispettare i regolamenti CE 834/07 e CE 889/08, ma entrare in un’ottica di produzione e gestione dell’azienda molto diversa da quella convenzionale. Le aziende parzialmente o totalmente biologiche hanno sicuramente delle preoccupazioni in più, come le visite ispettive dell’organismo di controllo scelto dall’azienda e le varie notifiche e le comunicazioni PAP (piano annuale di produzione). Incombenze però ben ripagate dal valore aggiunto che la coltivazione biologica dà ai prodotti! Inoltre l’agricoltore può sempre contare sull’esperienza e la professionalità di tecnici e sportelli informativi OATA per tutte le questioni tecniche e fiscali.