La sostanza organica è uno dei principali componenti dei suoli, anche di quelli destinati ad utilizzo agricolo. Insieme alla frazione minerale costituisce la fase solida dei terreni, ma, a differenza di questa, ha importantissime funzioni agroecologiche. L’assoluta centralità della sostanza organica non è, infatti, unicamente dovuta al suo ruolo nel garantire la sostenibilità degli agroecosistemi ma anche alla sua funzione all’interno del bilancio del carbonio dell’intero pianeta. È stato, infatti, stimato che i suoli europei conservino tra i 73 e i 79 miliardi di tonnellate di carbonio, che è una quantità di almeno 50 volte superiore alle emissioni annue di origine antropica (cioè dovute alle varie attività dell’uomo) dell’Unione Europea. Mantenere e aumentare la sostanza organica dei suoli serve, cioè, a controbilanciare, almeno in parte, l’emissione in atmosfera dei cosiddetti “gas serra”, svolgendo quindi un ruolo ecosistemico cruciale in questa fase storica.

La sostanza organica del suolo è composta da biomassa vivente e biomassa morta. La biomassa viva è composta da tutti gli organismi vivi presenti nel suolo. In questa categoria ricadono le piante (coltivate o meno), gli animali (lombrichi, insetti, nematodi, artropodi) e i microrganismi (funghi, attinomiceti, batteri, virus e protozoi). La componente morta è rappresentata dagli organismi morti e dai loro residui, da matrici organiche apportate dall’uomo (es. effluenti zootecnici, compost, biochar) e da composti organici derivanti dal metabolismo degli organismi stessi.

Questi ultimi possono essere più o meno complessi, perché derivano da fasi di decomposizione del materiale organico e da successiva ri-polimerizzazione in composti a crescente livello di complessità. I modelli interpretativi che cercano di descrivere la sostanza organica del suolo, in genere, creano una classificazione che dipende dal livello di complessità e degradabilità delle molecole organiche, andando dalle più semplici (zuccheri, proteine) degradabili velocemente, alle più chimicamente complesse ( humus) considerate più stabili e di grande valore agronomico.

benefici agronomici Della sostanza organica

La ricchezza di benefici agronomici che derivano dalla sostanza organica comprende numerose funzioni e proprietà del suolo. Grazie alle forze di interazione con la componente minerale, la sostanza organica del suolo ha, infatti, cruciali effetti sulla stabilità della struttura e sulle proprietà ad essa collegate, come ad esempio la porosità, la capacità di ritenere l’acqua, la resistenza all’erosione. Le molecole organiche più o meno complesse costituiscono, inoltre, un “polmone” di elementi nutritivi che possono essere rilasciati nel tempo per sostenere le necessità delle colture e aumentare la resilienza degli agroecosistemi. Infine, buoni livelli di sostanza organica garantiscono il corretto svolgimento delle funzionalità biologiche del suolo stesso. Tutte questi aspetti fisici, chimici e biologici si compongono in quello a cui comunemente ci riferiamo quando parliamo di fertilità di un suolo.

Le pratiche di gestione del suolo indirizzate al mantenimento e all’incremento della sostanza organica possono essere volte sia all’aumento degli input di carbonio (applicando matrici organiche quali compost, letami o biochar, interrando i residui colturali, utilizzando i sovesci, scegliendo rotazioni che includano colture con buone quantità di biomassa radicale) sia al rallentamento dei processi di mineralizzazione e perdita (adottando misure di agricoltura conservativa come la minima lavorazione o la semina su sodo, brevi periodi  in cui il suolo è nudo).

uso sostenibile del suolo

L’uso sostenibile del suolo è dunque un tema “cerniera” tra l’agricoltura, il clima e l’ambiente, che unisce le questioni legate ai cambiamenti climatici (sia in termini di mitigazione, sia in termini di adattamento), alla sostenibilità e resilienza agronomica e ai temi ambientali di maggiore interesse attuale, quali il contenimento dell’erosione e dei processi di desertificazione, la conservazione della biodiversità, l’uso efficiente dell’acqua. Questa tematica è considerata prioritaria anche a livello legislativo europeo, e i PSR italiani dedicano nel complesso oltre il 10% delle risorse disponibili per l’intero periodo 2014-2020 ad interventi per conservare e aumentare la sostanza organica dei suoli agrari. La declinazione delle diverse azioni messe in atto dalle singole regioni nell’ambito della “Misura 10 -Pagamenti agro-climatico-ambientali (PACA)” è riportata in tabella (Mirandola, 2017).