cimice asiatica (Halyomorpha halys)

La cimice asiatica (Halyomorpha halys) è un insetto nativo dell’Asia Orientale e accidentalmente introdotto in vaste aree americane ed europee già nel secolo scorso. In Italia la prima segnalazione risale al 2012, a Modena. Dall’Emilia-Romagna questa specie si è poi diffusa gradualmente in altre regioni del Nord Italia grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla disponibilità di una vasta gamma di piante ospiti idonee, sia coltivate che spontanee.

Su alcune colture agrarie, come il nocciolo, Halyomorpha halys può essere attualmente considerata l’insetto chiave.

La cimice asiatica possiede alcune caratteristiche che giocano a suo favore nella sua sopravvivenza e diffusione ambientale: è molto rustica, adattabile, mobile ed estremamente polifaga. Tutto questo rende difficile la lotta e il contenimento dei danni a carico delle colture agrarie.

Quando un organismo estraneo giunge in un nuovo territorio, la comunità biotica reagisce instaurando rapporti relazionali con la nuova specie. Infatti sul territorio italiano è stato possibile individuare, già dopo i primi anni dall’introduzione accidentale, specie autoctone di organismi che svolgono un azione di contenimento nei confronti di Halyomorpha halys attraverso predazione o parassitismo. E’ il caso ad esempio di Anastatus bifasciatus, parassitoide oofago generalista.

Perché un limitatore naturale svolga un ruolo significativo nel contenimento della cimice asiatica sono importanti alcuni aspetti legati alla sua biologia. Anastatus bifasciatus purtroppo non è in grado, da solo, di svolgere un controllo efficiente del fitofago.

Nel 2009 nella Cina settentrionale è stata scoperta e descritta la biologia di una nuova specie di parassitoide, Trissolcus japonicus (Hymenoptera: Scelionidae) o vespa Samurai. Questo parassitoide ha mostrato un’efficacia di parassitismo delle uova che varia dal 50% al 70%; percentuale che aumenta all’80% nella seconda generazione. Solitamente T. japonicus parassitizza l’intera l’ovatura di H. halys in quanto ogni femmina può deporre oltre 40 uova, quindi un numero superiore rispetto alle 28 uova che normalmente compongono un’ovatura di cimice asiatica. Inoltre, in Cina sono state osservate fino a 10 generazioni di T. japonicus in un anno, contro le 2 generazioni di H. halys. In Piemonte, analogamente, la cimice asiatica può compiere 2 generazioni all’anno. Tutti questi fattori concorrono a fare della vespa samurai un interessante limitatore naturale della cimice.

ovature e giovani cimici

ovature e giovani cimici

Trissolcus japonicus è un parassitoide efficiente, capace di svolgere un reale contenimento della cimice asiatica ma,prima di introdurre un insetto in un nuovo ambiente, questa volta volutamente occorrono studi preliminari volti a capire e prevedere gli sviluppi e le ricadute in termini ecologici e biologici di questa azione.

Fin dal 2018 sono stati avviati e condotti in Italia studi in tal senso e il 2020 vedrà l’avvio della fase operativa, sulla base dei riscontri, finora positivi, della fase sperimentale.

Come funzionerà l’introduzione della vespa samurai in Italia?

Il Programma Nazionale di Lotta Biologica 2020 per il controllo in Italia di Halyomorpha halys mediante l’impiego del suo antagonista naturale, l’Imenottero Scelionide Trissolcus japonicus, è stato delineato dal “Tavolo Tecnico Cimice asiatica” su incarico del Comitato Fitosanitario Nazionale.

Questo Programma prevede una prima fase con l’istruttoria da parte del MATTM (Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio) relativa allo “Studio di Analisi del rischio” realizzato dal CREA-DC per questo Agente di Controllo Biologico. Seguiranno i lanci di lotti di questo Ooparassitoide in 712 Siti distribuiti in 13 tra Regioni e Province Autonome

Complessivamente saranno privilegiate le 5 Regioni e le 2 Province Autonome nelle quali sono stati registrati i maggiori danni nel precedente biennio (Piemonte, Lombardia, Trento, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna)

siti lancio trissolcus

siti lancio trissolcus

Nell’ottica di favorire nel più breve tempo possibile lo stabile insediamento Trissolcus japonicus su gran parte dei territori agricoli colpiti dalla diffusione epidemica della Cimice asiatica, il Tavolo tecnico-scientifico nazionale di Coordinamento ha stabilito che i lanci saranno effettuati in ambienti con assenza di input chimici.

Siti di lancio di Trissolcus japonicus saranno distinti per 3 macrocategorie:

  • (A) Aree verdi adiacenti a Colture gestite con Piani di Difesa Integrata (frutteti e seminativi)
  • (B) Aree verdi adiacenti a Colture gestite in ambito agricoltura biologica
  • (C) Corridoi ecologici, siepi, vegetazione di argin

Per il Piemonte gli Enti e Strutture Tecnico-Scientifiche coinvolte nell’intervento di controllo biologico saranno:

Regione/ Provincia Nominativo responsabile per l’intervento di Lotta Biologica Struttura per la moltiplicazione Nominativo responsabile per la struttura di moltiplicazione Numero siti Periodo 1° lancio

2020

Periodo 2° lancio

2020

Piemonte SFR – Giovanni Bosio

giovanni.bosio@regione.piemonte.it

SFR – Emanuela Giacometto

emanuela.giacometto@regione.piemonte.it

Università di Torino – (DISAFA) Luciana Tavella

luciana.tavella@unito.it

100 29 giugno -10 luglio 27 luglio

-7 agosto

 

Gli step del programma saranno i seguenti:

  • Preparazione Nuclei di premoltiplicazione a partire dalla popolazione di Trissolcus japonicus utilizzata per la predisposizione dello “Studio di analisi del rischio”
  • Allevamento massale di Trissolcus japonicus
  • Liberazione di Trissolcus japonicus nei siti di rilascio
  • Valutazione risultati intervento
  • Attività di informazione/comunicazione
  • Attività di informazione/comunicazion

Il Programma specifica in dettaglio sia le modalità di realizzazione della premoltiplicazione e rilascio, sia le modalità di monitoraggio, raccolta dati e processazione dei risultati.

E’ presumibilmente prematuro sperare, già per la campagna 2020, in significativi risultati di contenimento della cimice asiatica da parte della vespa samurai, ma il contenimento biologico di questo insetto chiave è sicuramente la strada più sensata da percorrere. E’ doveroso in questa sede ricordare come, l’impiego massiccio di insetticidi su colture agrarie comporta sempre effetti collaterali, ad esempio l’insorgenza e aggravamento delle infestazioni di cocciniglia su nocciolo quale diretta conseguenza dell’abbattimento dei limitatori naturali di questa avversità. L’auspicato effetto limitatore di Trissolcus japonicus a carico di Halyomorpha halys non può prescindere da una stretta razionalizzazione dell’impiego di prodotti fitosanitari sul territorio all’insegna del rispetto delle biocenosi che popolano gli agroecosistemi.

S.T.F. dr.ssa Cristina Marello

Fraz. S. Lorenzo, 34

12040 S. Stefano Roero (CN)

Tel 333 4060153