la costruzione di aree naturalistiche nel sistema agricolo

  • Il paesaggio inteso come “sintesi dei segni naturali nel loro continuo proporsi in mutamento nel tempo anche in rapporto all’uomo” (Cetti Serbelloni, 2004) è caratterizzato dall’incessante e continuo processo di trasformazione che ne determina nel tempo profondi cambiamenti che a volte ne alterano la struttura rendendolo non più riconoscibile.
  • L’Unione Europea, per il periodo 2014-2020, intende promuovere la sostenibilità attraverso diverse azioni tra cui la tutela dell’ambiente e del paesaggio preservandone la perdita di biodiversità.  Per garantire la sostenibilità di un sistema complesso come quello agricolo, occorre però seguire un approccio multidisciplinare e transcalare. Risulta fondamentale innanzitutto lavorare ad una scala più vasta a livello più territoriale, per poi passare ad una più ridotta, come può essere il Comune, fino ad arrivare a quella dell’azienda agricola. In questo contesto, gli aspetti storici, ecologici, agronomici, paesaggistici e naturalistici costituiscono la base di approfondimento e di azione per la costruzione di aree naturalistiche nei sistemi agricoli.

    Campagna vitata

  • Il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali ed Alimentari dell’Università degli Studi di Torino ha condotto negli ultimi anni esperienze di ricerca sulle tematiche legate alla biodiversità e al paesaggio.  Ad esempio, per il riconoscimento del sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO (2014) e la definizione delle Core Zone è stata condotta un’analisi multidisciplinare a scala paesaggistica. In questa area, la viticoltura e la produzione di prestigiosi vini, spumanti e vermouth ha prodotto un paesaggio culturale di eccezionale valore, che riflette le trasformazioni e le evoluzioni sociali, tecnologiche ed economiche legate alla coltura vitivinicola e a una vera e propria “cultura del vino” profondamente radicata nella comunità e riconosciuta per questo come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.
  • Per la viticoltura intensiva e la viticoltura mista, macrocategorie di agroecosistemi, si è deciso di riportare un’immagine esemplificativa e una breve scheda in cui si sono individuati i seguenti caratteri: fisici e morfologici e quelli agroecologici (Tab. 1). Nel sistema agrario, per questa realtà fortemente vitata anche storicamente, per il processo di candidatura del sito e la predisposizione del dossier, sono stati analizzati e riconosciuti i valori paesaggistici ad una scala territoriale. Dalla ricostruzione d’uso dei suoli nel tempo e dall’analisi dei valori storico culturali, agronomici, agro ecologici e percettivi ed il riconoscimento degli elementi di naturalità diffusa, si sono potuti individuare gli elementi qualificanti e delineare i criteri di unicità ed integrità del sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. In questo contesto, la biodiversità del paesaggio è stata intesa come presenza e copresenza di vitigni differenti, storicamente caratterizzanti, ciascuno caratterizzato da sistemi di allevamento e coltivazione diversi da salvaguardare e valorizzare.

    Ceppi di vite

  • Un altro caso studio, riguarda invece l’indagine più a scala ridotta (comunale ed aziendale) per comprendere la propensione alla multifunzionalità dell’agricoltura in area metropolitana, intesa non solo come produttrice di alimenti ma come motore determinante dei processi di sviluppo socio-economico territoriale. Per questa analisi, è stato condotto uno studio sull’agricoltura periurbana Torinese. Infatti, parte della collina torinese è stata insignita del riconoscimento di Urban MAB dall’UNESCO con il nome “CollinaPo” (2016).  La Riserva “Uomo e Biosfera” “CollinaPo” è il primo caso di riconoscimento di Urban MAB in Italia. L’area geografica a forte presenza antropica è ricca di acque – come il fiume Po che con i suoi sette affluenti e ben 120 km di tratto orografico è il principale serbatoio di biodiversità nell’area torinese – a cui si uniscono colline ricche di scenari tra piane e declivi, borghi rurali, aree coltivate e splendidi boschi. Il Comune di Chieri, caratterizzato da tipologie di agricoltura differenti, rappresenta una delle realtà in termini di superficie più rappresentative dell’area “CollinaPo”.
  • Nel progetto (in corso) in collaborazione con il Comune di Chieri e un’organizzazione agricola, partendo dai caratteri storici connotanti l’agromosaico, attraverso un approccio transcalare, si è passati dall’analisi del comparto agricolo chierese fino alla scelta di un campione di aziende presso le quali sono state condotte delle interviste. L’indagine ha privilegiato le aziende dal carattere multifunzionale, non trascurando però le importanti realtà imprenditoriali di tipo più tradizionale.
  • Queste tematiche ed i due casi studio “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” e “CollinaPo” verranno presentati nel corso di un seminario che si terrà ad Aprile 2018 ad Alessandria. Con le esperienze di ricerca applicata condotte, si presenteranno le metodologie scientifiche adottate ed i risultati ottenuti; con la finalità di garantire la sostenibilità di un sistema complesso come quello agricolo, occorre individuare strategie di sviluppo e politiche territoriali condivise integrando discipline e sistemi di lettura differenti con approcci innovativi.