Si prospetta un futuro sempre più roseo per il Made in Italy, nonostante i danni dell’embargo russo. A dimostrarlo sono i dati pubblicati dall’Istat e la copertura finanziaria del Piano Straordinario previsto dal Decreto Sblocca Italia (dall’art. 30, comma 1, D.L. n. 133/2014). In primis il valore dell’export agroalimentare del 2014 è da record: 34,3 miliardi con una crescita del 70% negli ultimi 10 anni (più di Francia e Germania), senza dimenticare che il valore aggiunto generato dall’agricoltura, con le produzioni agroalimentari, rappresenta uno dei settori produttivi più importanti con oltre 260 miliardi di euro di fatturato nel suo complesso.

Inoltre si aggiunge la legge finanziaria per il 2015 (comma 202-203) che autorizza la spesa di 220 milioni di euro del triennio 2015-2017 per il rilancio internazionale delle imprese italiane con iniziative in Italia e all’estero. L’obiettivo principale è raggiungere quota 36 miliardi di euro nel valore delle esportazioni nel 2015 e 50 miliardi nel 2020.

Per la promozione del Made in Italy e l’attrazione degli investimenti in Italia, sono stati stanziati all’ICE (agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) 130 milioni di euro per l’anno 2015, 50 milioni di euro per il 2016 e 40 milioni di euro per il 2017.

Le principali azioni in Italia riguardano il rafforzamento su scala globale degli eventi fieristici italiani, la formazione di manager specializzati nell’export per dare supporto alle aziende nella ricerca di nuove opportunità nei mercati internazionali e lo sviluppo dell’e-commerce per le PMI. Made In Italy

 Le iniziative internazionali mirano a favorire i prodotti italiani grazie ad attività promozionali e accordi con le GDO estere, a intercettare importanti investimenti internazionali (possibili 20 miliardi di dollari di risorse aggiuntive) e mettere a punto un piano di comunicazione per contrastare l'”Italian Sounding” coinvolgendo i consorzi di tutela e le associazioni dei produttori interessati ai circuiti IGP e DOP. A tal proposito si sta pensando all’introduzione di un marchio internazionale per consentire il riconoscimento dei nostri prodotti italiani dalle numerose imitazioni e contraffazioni che ci rubano 60 miliardi all’anno.

 Le parole chiave diventano quindi valorizzazione delle produzioni di eccellenza, promozioni strategiche, apertura verso i paesi emergenti (Cina, Cuba, Africa sub-Sahariana, America latina) e l’astuzia nel cogliere al volo le opportunità date dal sempre più vicino EXPO.

Per favorire questi progetti, parte delle risorse fornite all’agenzia ICE sono distribuite all’Associazione delle camere di commercio italiane all’estero (2,5 milioni di euro per il triennio), ai consorzi per l’internazionalizzazione per il sostegno delle PMI nei mercati esteri (3 milioni di euro all’anno) e al MISE (Ministero dello sviluppo economico) per il sostegno all’export delle imprese e la promozione del Made in Italy (1 milione di euro per il triennio).

Inoltre è stato istituito, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Fondo per le politiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela, in Italia e all’estero, delle imprese e dei prodotti agricoli e agroalimentari, con una dotazione di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016.

Insomma, 220 milioni di occasioni d’oro da sfruttare al meglio per promuovere l’ascesa del Made in Italy in tutto il mondo!

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