Spesso il benessere all’interno delle stalle viene inteso solamente in maniera parziale, considerando cioè solo quello “animale”, mentre sarebbe altresì importante contemplarlo nella sua totalità ossia rivolgendo la stessa attenzione anche alla messa in sicurezza nelle stalle degli allevatori, operai ed operatori esterni (veterinari) che lavorano a diretto contatto con gli animali stabulati.

I rischi sono molteplici e spesso gli spiacevoli avvenimenti di cui ogni anno sentiamo parlare sono da attribuirsi nella maggior parte dei casi alla troppa sicurezza di coloro che interagiscono con “l’ambiente stalla”.

Parlando di rischio possiamo identificare questo in tre diverse fasi:

  • RISCHIO BIOLOGICO: un importante gruppo di fattori di rischio presenti negli allevamenti bovini è quello delle malattie; esse sono di due tipi. Le prime, Zoonosi, trasmesse dagli animali all’uomo, le seconde, Allergie, trasmesse all’uomo direttamente dall’ambiente in cui esso opera (es. stalla). Il contatto prolungato dell’uomo con animali che possono essere veicolo di agenti patogeni, come i bovini, aumenta il rischio di zoonosi, quali per esempio le più pericolose sono la Brucellosi e la Tubercolosi. Coloro che si trovano quotidianamente a contatto con gli animali (veterinari, addetti di stalla, ecc …) sono esposti ad un rischio di natura biologica, per il quale devono essere adottate le disposizioni previste dal D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81.
  • RISCHIO CHIMICO: altro rischio tipicamente presente negli allevamenti è il rischio chimico, connesso ad attività veterinarie che talvolta si rendono necessarie sui bovini: la fecondazione, l’assistenza al parto e la chirurgia di emergenza. Queste ultime comportano infatti un possibile rischio di esposizione ad agenti chimici perché i lavoratori possono trovarsi a contatto con farmaci, detergenti e disinfettanti. In questi casi le schede di sicurezza dei prodotti ci offrono un aiuto indispensabile nell’indicare i corretti comportamenti da adottare nonché i DPI necessari per la manipolazione degli stessi.
  • RISCHIO MECCANICO: tutte le pratiche zootecniche possono comportare rischi per la sicurezza dell’operatore ed essere causa di gravi traumi, i più frequenti dei quali sono rappresentati da fratture o contusioni del cranio, della faccia, costali, dei piedi, delle mani e delle braccia: si tratta di infortuni legati all’ambiente (pavimentazioni, attrezzi, ecc.) alle operazioni di accudimento o spostamento degli animali (urti, schiacciamenti, calci, ecc.) o ad alcune attività svolte in stalla.

Per ovviare al rischio prodotto da agenti chimici risulta molto importante la cura e l’utilizzo del farmaco. In sostanza è utile avere delle scorte di farmaci riposte in un apposito armadietto e detenerne un registro informale in modo da non risultare mai in carenza in casi di emergenza. Inoltre è fondamentale avere un metodo di identificazione degli animali trattati per poter operare con trattamenti adeguati sugli esemplari colpiti da patologie.

Per quanto riguarda invece il rischio meccanico si può affermare che gli eventuali traumi e le lesioni arrecati da esso siano riconducibili per la percentuale maggiore a contatti diretti con gli animali avvenuti durante spostamenti della mandria, eventuali vaccinazioni, e situazioni simili.

Per scongiurare tutto ciò il modo migliore e più conveniente è quello di strutturare la stalla in modo tale da comprendere al suo interno le cosiddette “vie di fuga”.

Esse comprendono P.O. (passaggi obbligatori per animali), cancelli dotati di “passauomo” e corridoi di sicurezza.

La legge prevede che ci siano vie di fuga di larghezza pari a 35 cm in modo che possano passare comodamente gli operatori e non gli animali.

Un esempio praticabile è quello esposto in figura 1 da cui si può notare come, grazie al corridoio creato per mezzo di due cancellate, si possa tranquillamente entrare all’interno del box in assoluta sicurezza partendo dalla corsia di foraggiamento.

Questo corridoio è multiuso poiché può essere utilizzato per l’appunto sia dall’operatore, per recarsi nei box parto/infermeria e/o nei box dedicati ai vitellini, sia per bloccare al suo interno gli animali quali necessitano di trattamenti come ad esempio vaccinazioni permettendo al veterinario di svolgere il suo lavoro in piena sicurezza.

Sviluppando la stalla per una lunghezza di 60 m possono essere contenuti al suo interno sino a 160 animali calcolando 4 mq/capo adulto.

Il fabbricato risulta altresì dotato di due portoni, uno posto nella 5^ campata partendo da sinistra e l’altro a metà del muro laterale in modo da poter permettere l’accesso al suo interno ai mezzi destinati alla pulizia della lettiera.

Esempio di stalla per vacche nutrici dotata di corridoio di sicurezza.

Esempio di stalla per vacche nutrici dotata di corridoio di sicurezza.