La coltivazione del nocciolo può rappresentare un incremento di reddito per le nostre aziende, visto l’accordo sottoscritto, quale protocollo d’intesa, tra il Presidente della Regione Chiamparino ed il Presidente di Ismea Signor Castiglione per lo sviluppo di questa coltivazione in Piemonte.
L’accordo prevede che la parti, tra cui anche l’azienda Ferrero, possa permettere l’impianto di circa 5 mila ettari di noccioleti attraverso il supporto tecnico e il ritiro del prodotto da parte di Ferrero, il finanziamento degli impianti di noccioleto attraverso il piano di sviluppo rurale regionale ed il prestito di conduzione emanato da Ismea.

La varietà più rappresentativa della coltivazione di nocciolo in Piemonte è la Tonda Gentile delle Langhe (TGL) o, altrimenti detta, Tonda Gentile Trilobata, molto pregiata per le sue ottime caratteristiche organolettiche.

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Il nocciolo è originario dell’Asia Minore ed in Italia si può trovare dalla pianura fino a 1300 m s.l.m.

Questa pianta appartiene alla famiglia delle Betulacee, genere Corylus, presenta un portamento cespuglioso con fusti alti e sottili con accrescimento in altezza medio dai 2 ai 4 m, fino ad un massimo di 7 m, l’apparato radicale è di tipo fascicolato e presenta una grande capacità di approfondimento nel terreno, le foglie ovoidali hanno margine seghettato e peluria nella pagina inferiore, la corteccia è marrone-grigia, sottile, con solcature longitudinali e lenticelle chiare.
Questa pianta è dioica in quanto presenta i fiori maschili e femminili sulla stessa pianta ma separati.

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Il fiore maschile (amento) compare alla fine dell’autunno e permane tutto l’inverno, mentre il fiore femminile, racchiuso in una piccola gemma, sboccia tra febbraio e marzo, momento in cui il polline giunge a maturazione ed attraverso l’azione del vento feconda i fiori femminili.
Il frutto detto disclesio, costituito da nocciola e guscio, si trova raggruppato in tre o quattro unità; di tipo sferoidale presenta un guscio verde chiaro che a maturazione assume il colore marrone, dapprima sottile diviene poi coriaceo e, racchiude il frutto dolce e gustoso.

La maturazione del frutto avviene di norma nel mese di agosto cadendo direttamente al suolo.

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CARATTERISTICHE DELLA PIANTA

 Il nocciolo è generalmente una pianta rustica, sia per le sue esigenze climatiche che pedologiche;  predilige suoli sciolti a ph tendenzialmente neutro e mal si adatta a terreni compatti con ristagno d’acqua.
E’ una pianta molto sensibile alle brinate tardive (aprile) che possono compromettere la fase di fecondazione e la formazione dei frutti.
Periodi prolungati di siccità o scarsità d’acqua determinano la cascola dei frutti e perdita delle foglie con notevoli decurtazioni di prodotto nella fase di raccolta.

Impianto del noccioleto

Prima di effettuare l’impianto del noccioleto è importante eseguire un’analisi chimico-fisica del terreno, la scelta varietale in base alle caratteristiche pedologiche e climatiche della zona oggetto di impianto, nonché, la forma di allevamento.
La messa di dimora delle piante avviene nel periodo invernale (novembre – marzo) durante il riposo vegetativo così da ridurre al minimo lo stress da trapianto.
Per la piantumazione vengono utilizzare, normalmente, piante di 1 – 2 anni, a radice nuda, dotate di un apparato radicale ben sviluppato, mentre l’altezza della pianta non è importante.
Le piantine si ottengono attraverso il distacco dei polloni, con pezzetti di radici, dalle piante madri; messi a dimora in piena terra a 50 – 70 cm per uno o due anni, durante tale periodo non si effettuano innesti.
Il costo di una piantina di nocciolo della varietà Tonda Gentile delle Langhe si aggira intorno ai 3 – 5 euro cadauna.

Preparazione del terreno e sesto di impianto

La preparazione del terreno si effettua nei mesi di agosto e settembre con scasso o aratura profonda di 70 centimetri, in caso di terreni argillosi si prevedano dei drenaggi.
Per la concimazione di fondo si consiglia l’utilizzo di 300/400 q/ha di letame maturo.
Si effettua, quindi, la ripartizione del campo in base al sesto di impianto utilizzato, è particolarmente indicato un sesto da 5 x 5 m.
La messa a dimora delle piante si effettuerà in inverno, su terreno asciutto, in buche profonde 40-50 cm eseguite con trivella o mini-escavatore a seconda del parco macchine aziendale.
Le piantine vengono inserite nella buca avendo l’accortezza di non interrare il colletto per evitare la produzione di polloni.
Si sconsiglia la concimazione diretta nelle buche per evitare danni alle piante.

Operazioni colturali

I° anno

– Operazioni di potatura (capitozzatura) per impostare la forma di allevamento;
– Eliminazione delle erbe infestanti (manuale con zappetta);
– Intervento di trinciatura o fresatura dell’ interfila con uno o due passaggi a stagione;
– Diserbo sulla fila.

II° anno
– Eliminazione delle erbe infestanti attorno alle piantine (manuale con zappetta);
– Concimazione localizzata;
– Intervento di trinciatura o fresatura dell’ interfila;
– Controllo dei polloni con estirpazione manuale.

III° e IV° anno
– Potatura di allevamento per definizione impalcatura della pianta ed eliminazione gemme basali;
– Concimazione localizzata primaverile;
– Sarchiature manuali attorno alle piante (1-2 interventi);
– Trinciature o fresature per il controllo delle erbe infestanti dell’ interfila (2-3 interventi);
– Spollonatura manuale o chimica;
– Trattamento contro l’eriofide con zolfo in polvere.

V° e VII° anno
– Potatura di allevamento per mantenimento impalcatura della pianta;
– Concimazione primaverile;
– Trinciature sulla fila ed eventuale diserbo dell’ interfila per il controllo delle erbe infestanti;
– Spollonatura con estirpazione manuale o chimica;
– Trattamento contro l’eriofide con zolfo in polvere ed eventuale intervento con insetticida raccolta.

VIII° anno
– Potatura di produzione;
– Concimazione autunnale e primaverile;
– Trinciature sulla fila ed eventuale diserbo sull’ interfila per il controllo delle erbe infestanti;
– Spollonatura ed eventuale diserbo sulla fila;
– Piano di difesa integrata;
– Raccolta;
– Trinciatura delle foglie in autunno e passaggio con ripper o altro per arieggare il terreno.

La concimazione

La concimazione permette di mantenere la fertilità del terreno e previene l’alternanza produttiva, favorendo una resa elevata in fase di raccolta ed elevata qualità del prodotto.

Possiamo distinguere tre tipi di concimazione:
di fondo (per la messa a dimora delle piante);
di allevamento (dal II° al V° anno di impianto);
di produzione (dal VI° anno di impianto in poi).

Nei primi anni di impianto si prediligono concimi azotati con interventi primaverili (ad esempio nitrato d’ammonio oppure nitrato di calcio in caso di terreni con ph acido).

Quando il noccioleto è in produzione sono necessarie due concimazioni:
1. autunnale (post raccolta) con concimi misto organici con proporzioni in elementi tipo il 4-8- 16;
2. primaverile con concimi complessi aventi titolo 2-1-3 come, ad esempio, il 12-6-18;

Per il calcolo delle unità di NPK da somministrare è consigliabile il calcolo degli asporti in base alle produzioni ottenibili.
E’, altresì, importante la dotazione in microelementi quali magnesio, boro e zinco che condizionano in modo favorevole lo sviluppo delle piante e l’allegagione.

L’irrigazione

Come abbiamo già detto, il noccioleto è molto sensibile alla scarsità d’acqua, quindi, in alcune  circostanze la sopravvivenza degli impianti è legata alla loro irrigazione; difatti la carenza d’acqua, nella coltivazione del nocciolo, provoca uno squilibrio vegetativo che è causa di riduzione dello sviluppo della pianta, della limitata formazione dei germogli e differenziazione delle gemme.

Potatura

La potatura è necessaria, oltreché, per l’impostazione della forma di allevamento della pianta, anche per favorire il suo rapporto di equilibrio fra attività vegetativa e produttiva, scongiurando così il fenomeno dell’alternanza.

Si possono distinguere tre tipi di potatura:
– potatura di allevamento (effettuata nei primi 2 anni di impianto);
– potatura di produzione;
– potatura di ringiovanimento e/o risanamento.

La potatura di allevamento si effettua nei primi 2 anni di impianto per formare l’impalcatura della pianta.

La potatura di produzione è utile per dare equilibrio alla pianta, per mantenere una chioma regolare, leggera e stimolare la produzione di rami di un anno.
Tale intervento consiste nell’eliminazione delle banche e dei rami in eccesso, delle parti secche o malate della pianta, in modo da favorire anche la penetrazione della luce e del calore all’interno della chioma.
Per le operazioni di potatura bisogna tenere conto che il nocciolo fruttifica sui rami che si sono sviluppati nell’anno precedente.
I rami produttivi hanno lunghezza di 15 – 20 cm, mentre quelli di 5 – 6 cm sono pressoché sterili.

La potatura di ringiovanimento consiste nell’eliminazione dei fusti più vecchi, più esposti alle malattie favorendo un ricambio dei polloni.
Il periodo più favorevole per gli interventi di potatura sul nocciolo è quello invernale durante il riposo vegetativo della pianta.
La potatura di allevamento e di ringiovanimento viene eseguita manualmente, mentre quella di produzione viene eseguita meccanicamente per ridurre i costi di manodopera.

Avversità del nocciolo

La pianta di nocciolo è soggetto a diverse avversità, tra le principali ricordiamo quelle sotto riportate di tipo:
– Ambientale (neve, grandine, siccità);
– Animale (caprioli, cinghiali, sciuridi);
– Parassitaria (microorganismi, insetti,acari).

Avversità ambientali:
Tra le avversità atmosferiche più dannose ricordiamo le abbondanti nevicate invernali che sono causa di rotture dei palchi più vecchi della pianta, quelli più giovani piegandosi sotto il peso della neve, normalmente, riescono a riprendersi in primavera.
Anche i temporali con o senza vento e grandine sono molto dannosi in quanto provocano la rottura dei rami e la caduta dei frutti.

Avversità animali:
Le avversità animali sono dovute a:
caprioli che sfregano le corna sulle piante di nocciolo scorticandone il fusto, nelle piante di 2 – 3 anni ne può provocare la morte;
cinghiali che nutrendosi delle nocciole in maturazione sulle piante di 3 – 4 anni ne riducono la produzione e causando la rottura dei rami;
sciuridi (scoiattoli, ghiri) che si nutrono delle nocciole mature, prelevandole direttamente dai rami

Avversità parassitarie:
Fra le avversità parassitarie più comuni al nocciolo ricordiamo:
– Eriofide del nocciolo ;
– Agrilo;
– Balanino;
– Cimice del nocciolo;
– Cerambice del nocciolo.

COSTI DI IMPIANTO

Si riporta nella tabella di seguito i costi medi di impianto:

COSTO DI IMPIANTO DI 1,00 Ha IN PROPRIETA’ (sesto impianto 5 x 5 m)

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