Halyomorpha halys (Stål) (Heteroptera: Pentatomidae) è una cimice originaria dell’Asia orientale dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture. La specie è stata segnalata per la prima volta negli USA nel 2001 e in Europa, in Liechtenstein, nel 2004. Successivamente è stata ritrovata in Svizzera e in Germania e più recentemente in Francia, Italia, Grecia e Ungheria (Wermelinger et al., 2008; Maistrello et al., 2013; CABI, 2015).Adulto di Halyomorpha halys (Foto di Luca Picciau)

L’adulto è di colore grigio-marrone lungo da 12 a 17 mm, con alcuni caratteri cromatici che permettono di distinguerlo da specie simili e in particolare dalla specie indigena Rhaphigaster nebulosa (Poda): presenta antenne con bande gialle, basale e apicale sul 4° segmento e soltanto basale sul 5° segmento, membrana emielitrale con macchie scure longitudinali sulle nervature, connessivo con macchia gialla mediana a forma triangolare (Wyniger e Kment, 2010) (foto 1). Le ninfe mostrano spine sui margini del pronoto e una banda centrale bianca sulle tibie (Wermelinger et al., 2008).

L’insetto sverna come adulto riparato in anfratti naturali o nelle abitazioni. In primavera gli adulti si portano sulla vegetazione dove si nutrono e, dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova a gruppi sulla pagina inferiore delle foglie. Dopo 2 età neanidali e 3 età ninfali viene raggiunto lo stadio immaginale. Il numero di generazioni per anno è variabile a seconda dell’area. Nelle regioni più fredde la specie è univoltina, mentre in quelle subtropicali può compiere sino a 4-6 generazioni per anno (Nielsen et al., 2011; Maistrello et al., 2013).

Halyomorpha halys presenta una notevole polifagia, essendo stata segnalata su più di 100 specie vegetali. Particolarmente gravi possono risultare gli attacchi su pesco, melo, pomodoro e soia (EPPO, 2013; Nielsen et al., 2011). Su drupacee e pomacee il danno è causato dalle punture di nutrizione a carico dei frutti compiute da stadi giovanili e adulto. Punture precoci possono provocare la cascola o la malformazione dei frutti, mentre punture tardive determinano la comparsa di zone decolorate e depresse con la presenza di necrosi, polpa spugnosa e conseguente deformazione (Ioriatti et al., 2011).

Negli USA, alcuni anni dopo l’introduzione, Halyomorpha halys è diventato un fitofago chiave su melo e pesco, più dannoso dei lepidotteri tortricidi, arrivando a compromettere l’intera produzione in alcune aree. La difesa chimica si basa sull’impiego di insetticidi di contatto ad ampio spettro d’azione, quali piretroidi ed esteri fosforici, senza tuttavia assicurare sempre un buon contenimento (Nielsen et al., 2008; Leskey et al., 2012).

Nell’areale di origine la cimice può essere contenuta da alcuni limitatori naturali (Arakawa e Namura, 2002; LanFen et al., 2007) e anche nelle zone di nuova introduzione alcuni parassitoidi si sono adattati alla nuova specie (Jones et al., 2014). Il monitoraggio di H. halys, oltre che visivo, può essere effettuato con trappole piramidali innescate con attrattivi semiochimici (Nielsen et al., 2011).

In Piemonte, dopo alcuni anni di allerta in seguito ai ritrovamenti nella vicina Svizzera nel 2007 (Wermelinger et al., 2008) e in Emilia Romagna nel 2012 (Maistrello et al., 2013), Halyomorpha halys è stata rinvenuta per la prima volta nell’agosto 2013 in un impianto di nettarine ubicato a Cuneo (Pansa et al., 2013).

Nel 2014 le segnalazioni di H. halys sono state numerose su svariate colture a partire da luglio. Su pero, nashi e nettarino, per la prima volta in Piemonte, sono stati rilevati anche danni economicamente importanti. Oltre che nelle campagne, in autunno numerosi adulti di H. halys sono stati osservati anche in ambito urbano soprattutto nelle province di Cuneo e Torino (Pansa et al., 2015).

Nel 2015 le prime segnalazioni, con catture in campo anche di decine di esemplari, sono avvenute già dal mese di maggio. Tutto ciò indica una rapida diffusione del fitofago esotico nel nuovo territorio, probabilmente dovuta anche all’assenza di validi limitatori naturali.

Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA),
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